Diletta Pavesi

Nel 2015 Diletta Pavesi ha conseguito il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, dove a partire dallo stesso anno ha iniziato regolarmente a svolgere incarichi di supporto alla didattica e incarichi seminariali all’interno degli insegnamenti di Storia del cinema, Storia e fenomenologia del cinema e Forme e generi della narrazione audiovisiva. Nel corso dell’Anno Accademico 2021/2022, condurrà, in qualità di docente a contratto, il corso di Analisi del film.

Dal 2019 collabora con la Fondazione “Ferrara Arte” per la redazione di schede di approfondimento relative ai materiali conservati nel Fondo Michelangelo Antonioni delle Gallerie d’Arte moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara. Tali schede sono destinate a un sito web dedicato al regista (https://www.archivioantonioni.it/).

Nel 2018 ha pubblicato Riflessi di stelle. Immagini divistiche nel cinema autoriflessivo hollywoodiano(Mimesis/UnifeStum), un volume che, prendendo le mosse dalla tesi dottorale, si concentra sulla rappresentazione dello stardom femminile negli Hollywood on Hollywood movies diretti fra anni Venti e primi anni Sessanta.

Negli ultimi anni, partecipando a convegni dedicati al cinema italiano, ha cercato sopratutto di indagare l’intreccio fra adolescenza, corpo divistico e mutamenti socioculturali occorsi nel secondo dopoguerra. Qui di seguito gli estremi di tali partecipazioni: Non solo la ragazza che James Dean amava: Anna Maria Pierangeli tra Italia e Stati Uniti, tra ingenuità ed esperienza (Vaghe Stelle: Attrici del/nel cinema italiano, Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi FAScinA 2017 Università di Sassari, 5-7 ottobre 2017; un breve paper è consultabile al link http://www.arabeschi.it/22-non-solo-la-ragazza-che-james-dean-amava-anna-maria-pierangeli-tra-italia-e-stati-uniti-ingenuit–edesperienza/); “I bambini ci guardano”: Anna Maria Pierangeli, Gino Leurini e Carlo Delle Piane in Domani è troppo tardi (1950) di Léonide Moguy(Stardom and Performance in Postwar Italian Cinema 1945-54, Università degli Studi di Torino, 17-18 maggio 2018); Lo scandaloso rifiuto della sposa: L’ombra del matrimonio riparatore nel cinema italiano prima e dopo il caso Franca Viola (Comizi d’amore. Il cinema e la questione sessuale in Italia (1948-1978), Università degli Studi di Milano, 27-28 novembre 2019).

Infine, si è recentemente occupata della parabola autoriale di Barbara Loden nell’alveo del cinema sperimentale, sempre portando l’attenzione sulla rappresentazione del corpo femminile e sullo scardinamento dei codici estetici tipici del divismo. In tal senso, si rimanda a “Sola, brutta e livida”: Wanda (1970) di Barbara Loden, ovvero la bellezza hollywoodiana sotto attacco, in E. Marcheschi ‒ G. Simi (a cura di), Le sperimentali. Cinema, videoarte e nuovi media nella prospettiva internazionale dagli anni Venti a oggi, ETS, Pisa 2020, pp. 97-111.

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